Chamonix Zermatt, l’Haute Route dei sogni
Di Guido Bullio
Tutto comincia a fine ottobre 2021 quando Roberto Fenaroli mi chiama e chiede se mi interessa l’Haute Route, il mitico viaggio con gli sci da Chamonix a Zermatt. Rispondo ovviamente di si, è uno dei miei sogni nel cassetto!
Il giorno successivo mi arriva un whatsapp che mi avvisa che ha già prenotato i rifugi per noi quattro, visto che saranno della partita anche Paolo Bobba e Antonio Lebole, i posti sono pochi e la frequentazione nel mese di aprile è numerosa!
Passano i mesi, ci si vede nelle uscite di scialpinismo e si prepara il materiale necessario: al col Chardonnet, a un’ora e mezza dalla partenza di Chamonix, c’è la prima difficoltà tecnica, una calata sci ai piedi di 100 metri lungo un canale stretto e ripido, affrontata con corda kevlar da 6 mm di diametro per non appesantire troppo il carico.
Arriva il Venerdì Santo, 15 aprile, ci troviamo alle 5 del mattino a Quincinetto, si parte con Antonio alla guida, direzione Chamonix in Francia.
Alle 7 siamo all’Argentiere, tutto il tempo di prepararsi con calma, fare colazione e prendere biglietto della funivia dei Grands Montets. Saliamo in funivia finora ultima stazione e via, si parte con mezz’ora di salita e poi si scende sul ghiacciaio di Argentiere per risalire dal ghiacciaio di Chardonnet al Col Chardonnet. Come previsto dopo un’ora e mezza circa affrontiamo la calata, per poi scendere sul ghiacciaio di Saleina a Fenetre de Saleina per poi spellare una seconda volta e scendere lungo il ghiacciaio du Trient, lasciando alla nostra destra il Col d’Orny e la cabane du Trient.
Un paio d’ore più tardi arriviamo al col Des Ecandies, si risale su sfasciumi attaccandosi alle corde fisse. Giunti in cima calziamo gli sci e comincia una lunga discesa nella Val d’Arpette, che ci condurrá al meritato riposo a Champex in Svizzera, al gite d’etape per Bon Abri, situato in fondo alle piste sciistiche.
Il giorno dopo alle 8 con un furgone prenotato ci trasferiamo a Verbier, dove con la funivia saliamo al Col des Gentianes, per poi partire in discesa, quindi risalire dapprima al Col de là Chaux, scendere e risalire al Col Momin e a Rosablanche, da cui inizia la discesa che in 4 ore complessive ci porta all’arrivo di giornata, la Cabane de Prafleuri.
Il giorno di Pasqua si parte di buon mattino per trovare neve in buone condizioni, 200 metri di risalita al Col de la Roux per poi scendere su lato destro del lago Des Dix fino a quota 2315 metri. Da qui ripelliamo verso la Cabane Des Dix, a quota 2928 metri, su un picco isolato sopra il ghiacciaio di Cheilon, sovrastato dal Mont Blanc de Cheilon.
Il lunedì di Pasquetta si parte da Cabane Des Dix alle 7,40 per affrontare il crepacciato Passage de la Serpentine e dopo circa 800 metri di salita arrivare alla Cima Coppi della nostra avventura: la Pigne d’Arolla, quota 3790 metri.
Da qui è tutta discesa fino a Cabane des Vignettes, dove arriviamo dopo aver risolto l’unico problema tecnico ai materiali del nostro viaggio, ovvero la rottura dei pin di un mio attacco. Grazie al “ brevetto Fenaroli “, Roberto ha la soluzione pronta, leghiamo scarpone e talloniera con un cordino e questo mi permetterá di arrivare fino a Zermatt.
Si avvicina la fine della nostra bella avventura. Martedì si parte alle 6, e dopo una breve discesa risaliamo di 380 metri fino a Col de l’Eveque per poi scendere a Haut Glacier de Arolla, ripelliamo e affrontiamo sci nello zaino il Col du Mont Brulè e poi sci ai piedi, dopo breve discesa, il Col de Valpelline, lungo il ghiacciaio de Tsa de Tsan, sferzati da forte vento. Arrivati qui, inizia la lunga discesa seguendo la palinatura della Patrouille des Glaciers, che in parte con gli sci e con una parte intermedia a piedi, ci ha portato prima a Furi e poi a Zermatt lungo le piste ancora innevate e dove arriviamo per le 14,30, in tempo per rifocillarci e gustare una meritata birra prima che arrivi il transfer che in due ora ci ha riportato ad Argentiere.